19 Set PARLIAMO DI WELFARE AZIENDALE CON L’AZIENDA EsPiù
INTERVISTA A SANDRO SECOLO
FONDATORE E AMMINISTRATORE DI EsPiù
Abbiamo avuto il piacere di rivivere con EsPiù, azienda con trentennale esperienza nel mercato dell’efficienza energetica e cliente di Studio Filipozzi Dalla Torre, il percorso intrapreso verso il welfare aziendale, dalle motivazioni che li hanno avvicinati a questo mondo ai piani di welfare attualmente operativi, con interessanti anticipazioni sulle novità per il prossimo futuro!
Com’è venuto a conoscenza del welfare e qual è stata la molla che vi ha spinto ad introdurlo in EsPiù?
«Il nostro percorso di avvicinamento al welfare risale al 2016 con definizione e sviluppo del welfare attuale nel 2018.
In questo periodo abbiamo cambiato il nostro consulente del lavoro: ci siamo resi conto che avevamo bisogno di una consulenza più ampia rispetto all’ordinaria gestione dell’elaborazione paghe, consulenza che abbiamo trovato nello Studio Filipozzi Dalla Torre.
La nostra esigenza era era quello di coinvolgere i collaboratori all’interno della realtà di EsPiù e premiare gli stessi per la dedizione che mettono nella vita aziendale per gestire le urgenze, la pratica in velocità, la disponibilità verso i Clienti.
Dopo vari incontri con la dott.ssa Dalla Torre, abbiamo individuato nel welfare la risposta alle nostre esigenze.
Abbiamo ragionato a lungo per capire quale fosse la modalità migliore per attivare il welfare nella nostra realtà: la soluzione che abbiamo individuato è basata sulla semplicità, il nostro welfare è collegato a un valore immediato ovvero l’utile aziendale. L’utile esprime il risultato dell’andamento aziendale: se l’azienda funziona bene allora condividiamo con tutti i collaboratori il risultato positivo.»
Com’è stata accolta dai collaboratori la politica di welfare?
«Ritengo in maniera piacevole: ottenere una condivisione dell’utile senza rischio non può che esser visto in maniera interessante!
Rendere partecipi i collaboratori del risultato aziendale, che ci si augura sia sempre positivo, è stato accolto con entusiasmo.
Con la quota di welfare che hanno a disposizione i nostri dipendenti possono far fronte alle spese familiari, per figli, viaggi, cultura, svago e, oggi, alla luce dell’inflazione che sta galoppando e erodendo potere d’acquisto alle famiglie, sicuramente è un tema molto sentito; per quanto come azienda cerchiamo di aiutare i collaboratori anche in questo, il valore aggiunto che viene dato a fine anno in funzione dell’utile aziendale è un elemento d’aiuto in tutto ciò che è quotidianità, dalle spese familiari e dei figli a quelle per attività libera come possono essere la pratica di uno sport e altre passioni personali.
Se da un lato l’azienda dà, dall’altro lato l’azienda chiede: quando le persone arrivano in EsPiù sanno che maturano questo vantaggio dopo circa 18 mesi di anzianità aziendale e questo per valorizzare il contributo che viene dato dal singolo.»
Quali potranno essere gli sviluppi futuri delle politiche di welfare nella vostra azienda?
«Premesso che l’azienda (ma direi le aziende in generale!) dovrà esser più attenta al benessere della persona e dei collaboratori, l’obiettivo futuro è cercare il work-life balance ovvero agevolare i collaboratori nella gestione del rapporto lavoro/vita privata; per favorire il raggiungimento di questo obiettivo l’azienda si impegnerà promuovendo:
- lo smart working all’interno di regole ben definite: il nostro è un lavoro tecnico, ci sono persone che hanno più autonomia e possono lavorare anche «a distanza» in tranquillità, e altre che hanno bisogno di crescere a fianco dei colleghi; dovremmo essere molto attenti a regolamentare in maniera rigorosa e molto corretta questo strumento per evitare di creare discrepanze e generare malumori tra i lavoratori;
- la crescita delle persone, investendo, non solo in formazione tecnica, ma anche in materie trasversali quali la lingua inglese, la comunicazione, la gestione del tempo, il problem solving con l’intento di aumentare le competenze per adeguarle all’avanzamento della tecnologia ed alle richieste del mercato, il tutto finalizzato al riuscire a risolvere le problematiche lavorative in tempi sempre più veloci, per concentrare l’orario di lavoro in 4 o 4,5 giornate con orari variabili, in base anche alle necessità dei singoli con particolare attenzione nei mesi estivi;
- la flessibilità di orario, elemento già inserito nel welfare attuale, per agevolare le persone, soprattutto chi ha figli da accompagnare a scuola e nelle varie attività;
- l’aumento del numero dei collaboratori per far fronte alle continue richieste dei clienti puntando a diminuire le pressioni lavorative sui collaboratori; avere la «mezza risorsa» in più da un lato è un maggior costo aziendale, ma dall’altro permette ai collaboratori di fruire di tutte le ferie e avere più tempo per la vita privata, coniugando al meglio impegni lavorativi e personali.
Questi sono i principali temi in cui ci concentreremo nel prossimo futuro.»
Qual è la vostra visione dello sviluppo nella gestione delle risorse umane anche in vista della nuova sede aziendale?
«Cerchiamo di essere molto attenti al benessere dei lavoratori e, quindi, nella nuova sede, dove gli spazi ci permetteranno di farlo, attrezzeremo diverse aree coffee-break (circa quattro postazioni) per agevolare anche i momenti di ristoro visto che ormai iniziamo ad essere un bel gruppo (quasi una quarantina di collaboratori – ndr).
Verrà creata un’area mensa in cui le persone potranno mangiare in un ambiente più accogliente e con punti di svago e sedute di riposo.
Stiamo attrezzando anche una palestra in cui le persone, negli orari che ritengono più idonei potranno fare attività fisica utilizzando gli attrezzi che saranno messi a disposizione.
È prevista anche un’area lavanderia per i capi di grosso taglio con lavatrici e asciugatrici molto grandi, per agevolare la gestione domestica durante l’orario lavorativo; inoltre vorremmo creare un servizio di stireria prevedendo una quota di ore al mese a disposizione, a rotazione, di tutti i collaboratori. Vorremmo istituire il “servizio di maggiordomo” ovvero inserire una figura trasversale che aiuti nella gestione delle incombenze quotidiane che impattano sull’orario lavorativo.
L’obiettivo più ambizioso, però, è quello di creare, attraverso convenzioni o in via diretta, un aiuto nella gestione dei figli nei tempi al di fuori degli orari scolastici soprattutto nel periodo estivo. Per la nostra realtà aziendale oggi è un problema relativo perché l’età media è molto bassa, ma augurandoci che tutti possano avere una famiglia con dei figli diventerà un problema cogente.»
Non c’è dubbio che per un’azienda come la vostra, che opera nel campo delle “energie”, i pilastri della nuova sostenibilità siano un tema molto caldo. Come coniuga il welfare con la vostra strategia di sviluppo sostenibile?
«Per la nuova sede abbiamo fatto una scelta di proprietà al 100%.
Questo ci permetterà di realizzare un impianto fotovoltaico sulla copertura con cui saremo quasi autonomi per i consumi elettrici e termici; successivamente vorremmo realizzare delle pensiline a copertura delle macchine dei collaboratori nel parcheggio di circa 800 mq per realizzare ulteriore fotovoltaico. Grazie a questi interventi, potremmo creare una CER, Comunità Energetica Rinnovabile, a cui poter far aderire i collaboratori e, quindi, consentire dei benefici economici nei consumi elettrici domestici.
Con questo impianto organizzeremo la sede con delle stazioni di ricarica per le macchine elettriche che potranno essere utilizzate sia dai dipendenti, attraverso delle regole che condivideremo, sia dai Clienti.
Infine, l’obiettivo è quello di accompagnare i collaboratori verso la transizione energetica attraverso diverse operazioni: ad esempio, oggi stiamo facendo una convenzione interna per consentire a chi interessato di realizzare l’impianto fotovoltaico a costi agevolati, facendoci noi carico di una serie di aiuti quali ad esempio l’acquisto dei pannelli e la rivendita senza ricarico…
Saremo dotati di un sistema domotico, già presente nella sede attuale dal 2007, che disattiverà tutte le utenze elettriche non necessarie quali il classico stand-by delle stampanti, delle macchinette del caffè, dell’acqua nel momento in cui noi siamo presenti nella sede di lavoro che corrispondono al 75% delle ore annuali, tempo in cui i dispositivi degli uffici se non disattivati fanno consumi impropri.
Vogliamo diventare plastic-free dotando tutti gli interni di:
- borracce termiche. I collaboratori potranno prendere acqua dai vari distributori che verranno messi nelle varie zone dell’ufficio. Cerchiamo, quindi, di evitare l’uso di bicchieri di plastica, tranne che per gli ospiti che vengono a trovarci.
- tazze termiche, che potranno lavare e riutilizzare, per prendere caffè, the o altre bevande calde.
L’asciugatura delle mani avverrà tutta con asciugamani elettrici, sfruttando l’energia solare generata dall’impianto fotovoltaico, ed evitando l’uso di salviette di carta.
Vogliamo, inoltre, eliminare o ridurre al minimo i cestini del secco, posizionandone uno o due in posti assolutamente scomodi per evitare il rischio di un uso improprio di tali cestini, avendo rifiuti secchi pressoché nulli. Ogni postazione, invece, verrà attrezzata con un piccolo contenitore per la plastica e uno piccolo per la carta, così che tutti i rifiuti aziendali possano facilmente seguire un percorso di recupero.
Nella parte frontale della sede abbiamo deciso di eliminare tutta la zona parcheggi per creare un prato con circa 600 mq, così da render più accogliente l’entrata in azienda e per offrire alle persone che lavorano una vista verso l’esterno sicuramente più piacevole rendendo l’ambiente di lavoro più gradevole, senza considerare che il prato in sostituzione dell’asfalto mitiga di più la temperatura.
Idee semplici e tutte realizzabili facilmente, con una buona pianificazione in partenza.»
E se allarghiamo l’orizzonte, qual è la Sua visione sulla funzione sociale dell’azienda nei prossimi anni?
«Oggi l’azienda è una componente essenziale della società, crea benessere e crea stimolo per tutti. Nel futuro saremo sempre meno e, quindi, dovremo essere sempre più bravi. Vorremo sempre più tempo libero, per cui l’organizzazione diventerà prioritaria.
L’azienda dovrà farsi carico di migliorare l’ambiente e conciliare il rapporto vita privata/lavoro.
Questo è il punto principale: certamente dovremo dedicare tempo per cercare e attirare clienti, ma sono convinto che nei prossimi anni il problema non sarà “trovare lavoro”, ma avere le risorse. Pertanto, tutti gli elementi aziendali dovranno essere attrattivi per trattenere le risorse o per recuperarne qualcuna sul mercato.
Il datore di lavoro dovrà essere un bravo direttore d’orchestra, dovrà avere delle idee, delle visioni, ma dovrà essere capace di conciliare le richieste, le esigenze e le attitudini di ogni persona del proprio team.»